venerdì 13 gennaio 2012

C'era una volta..e c'è più che mai ora.

Vi racconto una storia. 
C'erano una volta la scienza e la ricerca piene di risorse per il presente e per il futuro. Tutto il mondo dava loro onori e gloria, riuscendo a capire il loro immenso valore.
Poi però c'era un piccolo paese, l'Italia, che nonostante avesse tutti i presupposti per essere il migliore, non riusciva proprio a capire l'importanza di queste due "oscure" discipline. I pochi che capivano e che facevano della scienza la loro ragione di vita, erano costretti dalla società ad andar via oppure a cambiar mestiere perché nessuno avrebbe dato loro un soldo.
Così, tutto il mondo, Italia a parte, cresceva e si sviluppava e faceva splendide scoperte, molto spesso grazie a quegli Italiani costretti ad andarsene.
Esistevano in Italia, però, dei piccoli gruppi di persone che credevano di poter cambiare le cose. Non avevano la certezza di un futuro, non avevano la fiducia del loro paese ma continuavano a crederci.
Tra questi vari gruppi, ce n'era uno con a capo uno scienziato che ha avuto l'utopia di provare a creare un piccolo e poco costoso satellite tutto italiano. Quando la notizia si diffuse nel mondo della scienza, si parlava di "esercizio intellettuale", per non dire pazzia naturalmente.
Eppure quello scienziato ed il suo gruppo non ha voluto mollare.
La precarietà, la fatica, lo scetticismo intorno, la mancanza di soldi..forse soltanto tutti coloro che c'erano dentro possono capire cosa significa. E ancora, il resto del mondo che provava ad ostacolare questa "follia", vuoi per motivi politici vuoi per motivi burocratici vuoi per paura che funzionasse.
Invece, il 23 aprile del 2007, quel piccolo satellite, e con lui tutti coloro che ci avevano messo l'anima, partirono. Da "esercizio intellettuale" si parlò di "miracolo". Naturalmente, l'Italia non sapeva nulla. Neanche aveva idea di avere un proprio satellite a guardare l'universo.
Nonostante quel piccolo-grande gruppo fosse riuscito a concrettizzare una follia, nessuno voleva dargli fiducia. Anche perché il mondo nel frattempo ha dato vita a satelliti molto più grandi. Cosa vuoi che faccia un "satellitino italiano".
Eppure, quello scienziato ed il suo gruppo non mollarono. La precarietà, la fatica, lo scetticismo intorno, la mancanza di soldi..tutto uguale a prima! Anche se i risultati c'erano, nessuno voleva accorgersene. In fin dei conti, se l'Italia stessa non aveva idea di cosa stesse succedendo, come faceva ad averla il mondo.
Mano a mano, quei risultati hanno iniziato a pesare ed il mondo (scientifico soltanto) ha iniziato a convincersi che questo "miracolo italiano" poteva dare del filo da torcere. O meglio, stava dando realmente risultati paragonabili alle immense missioni spaziali del mondo.
Ed un bel giorno, qualcuno ha riconosciuto ad AGILE, a quello scienziato ed al suo gruppo la sua bellezza e la sua capacità. 
La precarietà, la fatica, lo scetticismo intorno, la mancanza di soldi..Nulla è cambiato. Ma il team AGILE è ancora tutto qui. Ed adesso il mondo, volente o nolente, deve ammettere che esiste. E chissà forse un domani, l'Italia stessa saprà che un gruppo di persone piene d'entusiasmo, contro tutto e tutti, è riuscito a farsi valere in mezzo ai giganti. E soprattutto che quel gruppo di persone è rimasto in questo piccolo-grande paese e ha lottato, e continua a farlo perché finalmente qualcosa cambi.

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